14 dicembre 2006

Giotto o non Giotto?

Magazine, l’allegato del giovedì del Corriere della Sera del 7 dicembre , parla dei graffitari come dei “Giotto” del futuro o meglio, traduce il pensiero di Sgarbi. E fa addirittura un reportage su di loro con nomi e cognomi, età, foto e luogo dove operano. C’era una volta la voglia di anonimato…
Anonimi, ma non troppo, molti street artists si sono ritrovati a NoLIta n.y. per un’ultima performance, questa volta legale, su un muro di un edificio in fase di ristrutturazione. Presenti anche i fondatori del sito wooster collective, i graffitari hanno prodotto opere visibili solo per pochi giorni e per il puro amore dell’arte. Niente andrà venduto, nessuno verrà pagato, nessuno verrà sponsorizzato. Insomma un evento che fa clamore ma con i mezzi di un tempo (...però ne parla il nytimes).
Anche una free press in progress di nome phanta rei ha in copertina una parte di un graffito che si trova sul muro di cinta della stazione dei bus a La Giustiniana (già apparso qui qualche tempo fa) e parla di Roman Graffiti.


Scendendo sulla terra questi gli appuntamenti dedicati ai writers in una Milano scatenata: I love writers, fino ad aprile; My Name is, fino al 21 dicembre alla Triennale Bovisa; Street Art Sweet Art, marzo-aprile al Palazzo della Ragione (e qui le opere esposte poi si mettono all’asta, magari passa qualche star e le compra); Writing e Street Art, aprile, al Gazometro, Bovisa.

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